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Morlotti, Chighine, Della Torre, Maffi

E’ stata inaugurata sabato 11 giugno nelle sale della secentesca Villa Trecchi di Maleo (Lodi) la mostra “Morlotti, Chighine, Della Torre, Maffi. Luce e materia nei pittori dell’Adda” ideata dallo scrittore e critico d’arte lodigiano Tino Gipponi, che ne ha curato l’organizzazione, l’allestimento e il catalogo di 100 pagine a colori riportante le immagini dei quadri esposti e i testi dello stesso curatore. La realizzazione è stata resa possibile dalla collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Maleo. Il corso dell’Adda, dalle sponde di Imbersago fino alla pianura di Cassano e di Lodi e alla confluenza con il Po a Pizzighettone, si pone come filo conduttore della mostra avendo costituito, per i quattro pittori rappresentati – tra i loro nomi, quelli di riconosciuti maestri della contemporaneità – tempo e luogo di meditazione pittorica; gli esiti sono visibili a Maleo nei 60 quadri, 15 per ogni autore, che guardano al fiume non restrittivamente come referente iconico ma come più ampio spazio mentale ed emotivo tradotto nei differenti linguaggi: dunque, un percorso espositivo non di tipo descrittivo ma critico, espressivo della cifra stilistica di ogni autore. Di Ennio Morlotti ( 1910-1992), che dipingendo sull’Adda a Imbersago avviò nel 1952-53 l’alta stagione del pieno naturalismo materico, sono presenti tra gli altri le “Lavandaie” del 1952 e due paesaggi di Imbersago del ’58-’59. Per Alfredo Chighine ( 1914-1974) le opere in mostra muovono temporalmente dalla metà degli anni Cinquanta, il periodo di Cassano in cui il naturalismo padano lasciò il posto alla ricerca che lo avrebbe collocato tra i protagonisti dell’Informale, con la materia accesa dal colore-luce immerso negli oggetti. Il raffinato astrattismo di Enrico Della Torre, nato nel 1931 a Pizzighettone, è visibile negli oli e nei pastelli dove l’allusione al vero naturale e riecheggiamento di memoria affiorante dall’universo interiore si sublima in accenti di lirica razionalità. Nell’opera di Ugo Maffi (Lodi, 1939) il rapporto con il fiume anima l’intero percorso, rappresentato in mostra dalle iniziali prove di espressionismo sociale al naturalismo che ha contrassegnato la seconda fase della sua produzione, fino ai cicli più recenti. L’allestimento si sviluppa attraverso un salone centrale che presenta ogni autore con quattro opere, articolandosi poi nelle sale laterali che approfondiscono ciascuna l’opera di un artista.

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